I crateri sommitali dell’Etna rappresentano le principali bocche eruttive del vulcano attivo più alto d’Europa. Monitorati costantemente dall’Osservatorio Etneo dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), questi crateri sono fondamentali per comprendere l’attività vulcanica dell’Etna.
Attualmente, l’Etna presenta quattro crateri sommitali attivi:
- Cratere di Nord-Est (CNE): formatosi nel 1911, ha rappresentato per decenni la vetta più alta dell’Etna, raggiungendo circa 3.320 metri.
- Cratere di Sud-Est (CSE): nato nel 1971, è stato protagonista di numerose eruzioni spettacolari.
- Voragine (VOR): apparsa nel 1945 all’interno del Cratere Centrale, è una delle depressioni centrali più attive e oggi la cima più alta del vulcano etneo.
- Bocca Nuova (BN): Formatasi nel 1968, anch’essa situata nel Cratere Centrale, ha mostrato attività variabile nel tempo.
Morfologia dei crateri sommitali dell’Etna
Questa configurazione attuale è il risultato di un’evoluzione dinamica rispetto a circa un secolo fa, quando sulla cima dell’Etna si trovava solo il Cratere Centrale.
L’attività eruttiva ha modificato nel tempo la morfologia dell’Etna.
Ad esempio, nel 2011, grazie all’analisi di immagini satellitari, è stato rilevato che il Cratere di Sud-Est ha raggiunto un’altitudine di 3.357 metri, superando il Cratere di Nord-Est e diventando la nuova vetta del vulcano seppur per un periodo di tempo limitato.
Secondo le rilevazioni più recenti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), la cima più alta dell’Etna è attualmente l’orlo orientale del cratere Voragine, che ha raggiunto un’altitudine di 3.403 metri sul livello del mare.
Questo nuovo record è stato registrato nel settembre 2024, superando il precedente primato di 3.369 metri stabilito a luglio dello stesso anno.
Attività eruttiva e monitoraggio
L’INGV-OE monitora costantemente l’attività dei crateri sommitali. Gli episodi eruttivi possono durare da pochi minuti a diversi giorni, con colonne eruttive che talvolta superano i 10 km di altezza, disperdendo materiali piroclastici su vaste aree.
Nell’ultimo bollettino settimanale del 27 maggio 2025, è stata osservata un’attività di degassamento variabile dai crateri Bocca Nuova, Cratere di Nord-Est e Voragine, con il Cratere di Nord-Est caratterizzato da un intenso degassamento a carattere impulsivo.
Il monitoraggio continuo dell’INGV-OE è fondamentale per comprendere e prevedere l’attività dell’Etna, contribuendo alla sicurezza delle popolazioni locali e alla protezione dell’ambiente circostante.
I crateri sommitali dell’Etna sono elementi chiave per lo studio dell’attività vulcanica. Grazie al lavoro degli scienziati, è possibile monitorare e comprendere meglio le dinamiche di questo vulcano attivo, contribuendo alla mitigazione dei rischi associati.






