Immaginiamo il tranquillo fianco occidentale dell’Etna, verso Adrano e Bronte, nel gennaio 1974. Nulla lasciava presagire quello che stava per accadere: si fece sentire prima la terra, poi il fuoco.
Una crisi sismica iniziò a fine gennaio con scosse superficiali a circa 2–3 km di profondità, rapidamente evolvendo in terremoti più profondi (fino a 13‑15 km) e più forti. I terremoti si concentrarono lungo un asse WSW–ENE, tracciando il cammino magmatico verso il punto di eruzione.
Le fasi dell’eruzione dell’Etna del 1974
Alle 05:00 del 30 gennaio 1974, un nuovo condotto si aprì a circa 1650 m s.l.m. sul fianco ovest, dando vita a una fontana di lava alta 150–400 m. In poche ore si formò un cono alto circa 70 m.
Questa prima fase durò 17 giorni, culminando in attività esplosiva stromboliana e colate dense e viscose. L’attività regredì intorno al 16 febbraio.
Dopo circa 9 giorni di calma, la pressione riprese: il 26 febbraio ripresero i terremoti, preludio a una nuova eruzione. L’11 marzo una seconda bocca si aprì più a valle dando origine ai Monti De Fiore II.
Anche questa seconda fase durò circa 18 giorni, con altissime fontane di lava e un finale scoppiettante tra il 26 e 29 marzo, con una scossa di magnitudo 4.3 il 28 marzo. L’eruzione chiuse definitivamente il 29 marzo 1974.
Caratteristiche dell’eruzione ai Monti De Fiore
L’eruzione del 1974 ai Monti De Fiore è un perfetto esempio di evento eccentrico: avvenuta lontano dal cratere sommitale, generata da un magma caratteristico e segnalata da un’intensa attività sismica. La particolare ubicazione dell’evento eruttivo, in mezzo a una pineta, ha reso questa eruzione molto particolare e, se vogliamo, diversa rispetto alle attività eruttive “classiche” dell’Etna.
I Monti De Fiore, i due coni piroclastici formatisi durante l’eruzione dell’Etna nel 1974, sono intitolati al professor Ottorino De Fiore, stimato geologo e vulcanologo. Nato a Maida (Calabria) nel 1890, De Fiore fu direttore dell’Istituto di Vulcanologia dell’Università di Catania fino alla sua morte nel 1953. Fu una figura di rilievo sia in Sicilia sia in Brasile, contribuendo alla formazione e all’organizzazione di strutture geologiche e paleontologiche, incluso il Museo di Paleontologia dell’Università di Catania
Partenza da Piano Fiera, percorrendo circa 4,5 km tra boschi e paesaggio lunare fino ai coni, si sale fino a 1.734 m, quindi si ritorna ad anello passando da Monte Lepre e Monte Nespole. Sentiero adatto a escursionisti con attrezzatura adeguata e una giornata a disposizione.






